Frequence è un progetto che nasce da una riflessione sulla nozione di “campo”, inteso come oneness, totalità degli eventi possibili, composto da una infinità di onde e traiettorie. La nostra percezione comune dell’universo fisico non è altro che il più probabile tra gli infiniti stati virtuali, seguendo l’idea di Richard Feynman sulla meccanica quantistica come “somma dei cammini”. L’installazione prevede due grandi disegni in cui una piccola testa guida una infinità di capelli ondeggianti, proiezione delle infinite traiettorie possibili. Al centro è posta una scultura composta da fili di seta che sembrano misurare la frequenza dei suoni che si percepiscono nella stanza. La frequenza viene rivelata da un intervallo di tempo che si ripete identico o quasi identico, così i fili ordinano ed esplicano il flusso caotico dei cammini ondulatori e delle loro vibrazioni. Il centro ideale dell’installazione è una composizione di György Ligeti. La complessa polifonia di ciascuna parte è incorporata in un flusso armonico musicale elastico in cui gli elementi di un tema determinano una forma melodica su diversi livelli costruendo frattali ritmici ed armonici sovrapposti a strati l’uno sull’altro, allontanandosi sempre più da una concezione “lineare” per arrivare ad una “non-lineare” dove più elementi coesistono e si rivelano intrecciati nello spazio e nel tempo.
The project Frequence comes out of the reflection upon the notion of “field” consisting of infinite waves and trajectories and conceived as oneness, the totality of all the possible events. The way we commonly perceive the physical Universe is nothing but “the most probable of the infinite virtual states”, according to Richard Feynman’s idea of Quantum Mechanics as “sum-over-paths”. The installation comprises two big drawings where a small head directs infinite wavy hair, the projection of the infinite possible trajectories. A sculpture is situated in the midst. It is made of silky strings which create an impression of measuring the sounds in the room. The frequency is revealed by an identical or almost identical interval of time, thus the strings order and explicate the chaotic flux of wave paths and their vibrations. One of the György Ligeti’s composition is at the installation’s core. The complex polyphony of each part is embodied in an elastic, harmonic and musical flow. There the theme’s elements determine a multi-level melodic form, so building up stratified, rhythmic and harmonic fractals. “Linearity” shades more and more into “non-linearity”, where different elements coexist and reveal themselves as intertwined with space and time.